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Diplomazia femminista: le lotte non (sempre) visibili delle ambasciatrici - Elisabetta Rosaspina

La prima in assoluto fu una brasiliana, Maria José Rebello Mendes: aveva 27 anni, nel 1918, quando vinse il concorso di ingresso al Ministero degli Affari Esteri, superando otto uomini. La prima europea al tavolo della Nato, una delle ultime roccaforti maschili, è stata una diplomatica lituana, Ginte Damušis, nel 2003. La prima italiana, Mariangela Zappia, l’ha raggiunta nel 2014 e oggi rappresenta l’Italia alla sede di New York delle Nazioni Unite. Ma anche il Medio Oriente annovera qualche pioniera: l’iraniana, Mehrangiz Dolatshahi, fu inviata come ambasciatrice dello Scià Reza Pahlavi in Danimarca nel 1975. Ci sono voluti quarant’anni prima che, nel 2015, il regime degli ayatollah scegliesse una seconda donna, Marzieh Afkham, per rappresentare l’Iran all’estero. Nel caso specifico, in Malesia. Dal febbraio 2019 anche l’Arabia Saudita ha per la prima volta un’ambasciatrice: la principessa Rima bint Bandar al Saud, militante per i diritti delle donne, è stata destinata a Washington.

In Italia la carriera diplomatica è rimasta vietata alle donne fino al 1960, quanto una sentenza della Corte Costituzionale stabilì l’illegittimità della loro esclusione. Ma si è dovuto attendere il 1967 per vedere le donne debuttare davvero in diplomazia.

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La ventisettesima ora - blog del femminile del Corriere della Sera

7 marzo 2021 (modifica il 8 marzo 2021 | 01:41)

Participant(s) : 
Date : 
Sunday 07 March 2021 - 21h00